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La Cdu sceglie il nuovo leader, e si apre una lunga corsa per la successione ad Angela Merkel
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Congresso del principale partito della maggioranza tedesca, la Cdu (Unione Cristiano-Democratica),
eleggerà sabato un leader che sarà, con grande probabilità, anche il prossimo
cancelliere della repubblica federale. La fine dell’era di Angela Merkel, cancelliera dal 2005 – la più longeva
dopo Otto von Bismarck ed Helmut Kohl – protagonista imprescindibile della
scena politica europea, è alle porte: da tempo la kanzlerin ha
annunciato che alla fine del suo mandato, in settembre, si ritirerà dalla scena politica. Nonostante sia ancora
l’esponente più popolare del partito e che diversi sondaggi effettuati durante
la pandemia l’abbiano incoronata leader politica più autorevole sulla scena
internazionale. Convinta sostenitrice dell’Unione Europea, Angela Merkel ha
saputo fare da ‘collante’ tra le diverse anime che la compongono, mediando,
negoziando e indicando la strada per il rinnovamento a un progetto che mai come
negli ultimi tempi aveva mostrato crepe e divisioni. Nei mesi più di difficili
della pandemia ha avuto il coraggio di superare il tabù del debito
comune
spianando la strada per il Recovery fund e negli anni burrascosi di Brexit ha insistito nel negoziato con
Londra anche quando
sembrava che ogni possibilità di raggiungere un accordo fosse perduta. A causa
della sua uscita di scena la Germania è già in subbuglio e l’Europa intera
punta gli occhi su una successione
fondamentale per gli equilibri di tutto il Vecchio Continente. E che
potrebbe determinarne il percorso, le scelte e l’orientamento, in una parola:
il futuro.
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Chi sono i candidati in lizza?
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Il voto,
più volte rimandato per la pandemia, segue le dimissioni di Annegrette Kramp-Karrenbauer (AKK), a lungo delfina di
Merkel, che poco più di un anno fa ha abbandonando la presidenza e annunciato
che non si sarebbe candidata alla cancelleria per il 2021. A contendersi il
testimone sono tre uomini: Norbert
Roettgen, 55 anni, ex ministro dell'Ambiente, il cui consenso sta
crescendo. Considerato un outsider è forse il più indicato per formare un
governo di coalizione con i Verdi a settembre, che attualmente è la proiezione
più gettonata per il prossimo esecutivo a Berlino. Armin Laschet, 59 anni, governatore del Nord-Reno Westfalia, il lander più popoloso della Germania, e
grande sostenitore di Merkel. Testa a testa nei sondaggi con Roettgen, la
popolarità di Laschet è in declino a causa della gestione della pandemia di
coronavirus. E poi c'è Friedrich Merz,
65 anni, avvocato aziendale multimilionario. Già candidato per la leadership
della Cdu nel 2018, quando fu sconfitto per pochi voti al secondo turno da
Annegret Kramp-Karrenbauer. È il candidato di ‘rottura’ con il passato e le
politiche di Merkel, soprattutto sull’immigrazione. È per il ritorno del
partito al conservatorismo sociale e fiscale.
Secondo
le regole fissate nella Cdu, se nessuno dei tre il 16 gennaio raggiungerà la
maggioranza assoluta dei voti dei 1001 delegati si andrà al ballottaggio per sancire
il segretario che avrà anche buone probabilità di diventare il candidato della Union (CDU+CSU) per la cancelleria.
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L’attenzione per il
congresso della Cdu è particolarmente alta perché il partito di Merkel è il principale partito della coalizione
che con Csu (partito
‘gemello’ presente solo in Baviera, mentre la Cdu, opera in tutti gli altri
quindici stati della federazione tedesca) e i socialdemocratici di Spd governa
la Germania. Tradizionalmente, inoltre, il
leader del partito ricopre anche il ruolo di candidato cancelliere e, per
questo, chi sarà eletto sabato mette un’ipoteca sulla casella che oggi è di
Angela Merkel.
Ma quest’anno le cose
potrebbero andare in modo diverso: i tre candidati sono considerati deboli, e la campagna elettorale –
durata 10 mesi – non è riuscita ad appassionare più di tanto gli elettori del
partito. Per questo, in vista delle elezioni per il rinnovo del parlamento federale,
in programma per il 26 settembre, sono in molti ad ipotizzare che la corsa al
cancellierato possa coinvolgere altri
due outsider: il primo è Jens Spahn,
il ministro della Salute che ha gestito in modo capace la pandemia da
coronavirus, e che ha visto i suoi indici di gradimento salire rapidamente
negli ultimi mesi. A febbraio Spahn – che continua a smentire voci di una sua
possibile candidatura – aveva annunciato di volersi presentare come vice di
Laschet, anche se oggi avrebbe i numeri per candidarsi da solo. Il secondo nome
in circolazione è quello di Markus Söder,
leader della Csu che, secondo un sondaggio pubblicato da Der Spiegel, avrebbe quasi il 40% delle
preferenze dei conservatori tedeschi.
Non
esiste un calendario ufficiale per la selezione del candidato alla carica di
cancelliere, ma è prassi che le nomine vengano fatte entro marzo, sei mesi
prima delle elezioni.
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Una
transizione che spaventa?
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Mentre i
tedeschi si interrogano su chi prenderà il posto della loro Mutti, i timori per il resto dell’Unione non sono tanto legati a chi la sostituirà
ma al vuoto che lascerà in Europa. Senza
di lei difficilmente si sarebbe riusciti a varare il piano di rilancio
economico da 750 miliardi e soprattutto il suo finanziamento, frutto per la prima
volta di debito comune. "Il futuro europeo - osserva Tonia Mastrobuoni - dipenderà dalla disponibilità del prossimo cancelliere tedesco a considerare questo progetto rivoluzionario una pietra miliare verso una maggiore integrazione europea". E la cancelliera ha chiuso in bellezza il semestre di presidenza tedesco dell’Ue con un accordo commerciale tra Europa e Cina che porta la sua firma.
L’Europa
osserva e trattiene il fiato. Sabato, dopo che i delegati della Cdu avranno
votato, scoprirà se la Germania e il suo principale partito di governo hanno
scelto una transizione graduale ma in continuità con il percorso tracciato da
Angela Merkel, o un brusco cambio di
rotta e un futuro ignoto.
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IL COMMENTO
Di
Antonio
Villafranca, ISPI Director of Studies and Co-Head of the Europe and Global
Governance Centre.
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“Senza giri di parole, la risposta alla crisi da Covid-19 e i miliardi del Recovery Fund non ci sarebbero stati senza il cambio di passo e il convinto sostegno della Cancelliera Merkel.La scelta del nuovo leader della Cdu è una questione dirimente per l'Europa per capire se la Germania confermerà questo cambio di passo o se sarà tentata di fare passi indietro”.
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